Caffè Guglielmo – Un caffè con Daniele Rossi, consigliere delegato e proprietario della Guglielmo S.p.A
Vincenzo vammi a comprare il caffè…
Ci sono storie in Calabria che hanno un fascino ed un sapore particolare: dense di storia, capaci di rendere orgogliosi. Entrando nella Guglielmo s.p.a una delle prime esclamazioni che ho avuto è stata: “Sembra un’azienda della Milano degli anni ’80”. Quella da bere, proprio come il caffè che Daniele Rossi porta sulle tavole di tanti calabresi in Calabria e nel Mondo. Dal 1943.
Daniele, questa è un’azienda che ha radici lontane nel tempo. Ce la vuoi raccontare?
Fondata da mio nonno Guglielmo nel 1943. Stiamo parlando degli anni della guerra. Puoi immaginare cosa fosse la Calabria durante la guerra. Il sito produttivo di Copanello in cui ci troviamo noi oggi è stato inaugurato nel ’71.
Chi era Guglielmo Papaleo?
Mio nonno era un visionario. Aveva delle idee che andavano avanti nel tempo di 30-40 anni. E’ stato pazzesco. Era una persona molto umile, molto modesta, ha aiutato tanto. Sin da quando aveva i primi negozi di alimentari, aiutava molto chi aveva bisogno. Poi ha preso la prima tostatrice di caffè da 5 kg….
Un amante del bello, le vetrine le faceva lui.
Quest’impronta estetica sembra non essere andata via. Vedo tanta arte in questi uffici.
Eh si perchè lui diceva che prima bisogna mangiare con gli occhi.
Chi ti ha insegnato quello che sai?
Sicuramente mio nonno; sono stato come un figlio per lui. Rispetto agli altri nipoti, essendo nato in Calabria sono stato sempre con lui. Ricordo quando tornava a casa con i vestiti impregnati di caffè. Questo è il vero ricordo che ho di lui, il più grande degli insegnamenti.
Cosa rivedi in te di lui?
L’umiltà. E’ una caratteristica che è riuscito a tramandare a tutta la famiglia
Un elemento di differenziazione ed innovazione introdotto con la tua gestione?
Ma guarda…lui è venuto a mancare nel 2003. In 16 anni cambiano i mondi. L’azienda avrebbe potuto andar male, fallire. Con mio zio e mio cugino siamo stati bravi nel mantenere la traiettoria giusta. Piccoli passi, mai strafare. Così abbiamo aperto gli store, iniziato a commercializzare il caffè anche online.
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Presidente di Confidustria Catanzaro e vice presidente regionale. Cosa significa?
Ho un percorso confidustriale da quando avevo 20anni. Presidente dei giovani industriali 2006-2009. La nomina alla Confidustria di Catanzaro è arrivata nel 2013 e mi sta dando tante soddisfazioni.
Qual è l’impegno come Confindustria e Guglielmo per il territorio?
Non esiste impresa senza collegamento con il territorio. Il territorio è poi quello che ti da il benessere. Non solo a te ma anche a chi lavora con te. Noi diamo tanto al territorio in termini occupazionali ma anche in termini di sostegno culturale, sociale ed il sociale è una questione troppo importante per noi. Di recente sono venuti 19 ragazzi dell’Accademia delle belle arti di Catanzaro. Hanno visitato l’azienda e realizzato delle opere sul mondo del caffè. Per quanto riguarda Confindustria, c’è stata una moria di aziende negli anni della crisi e bisogna fare tanto.
Quanto made in Italy c’è nella Guglielmo?
53 dipendenti; è un’azienda di giovani italiani. Abbiamo attualmente usufruito delle agevolazioni del jobs act e della garanzia giovani. Per 6 mesi quattro ragazzi lavoreranno da noi. Contiamo e speriamo di assumerli. Poi, soprattutto direi made in Calabria. Per noi la Calabria è un punto di forza e non di debolezza.
Perchè?
Perchè ci sono tanti Calabresi nel Mondo. 1.800.000 calabresi in Calabria e 10 milioni nel Mondo. I calabresi veicolano il nostro prodotto.
Un prodotto che solo i Calabresi riescono a valorizzare.
Cosa ti senti di dire a tutti quei giovani calabresi che hanno un’idea ma non sanno come concretizzarla?
Credo che i giovani Calabresi hanno tanti problemi però nello stesso tempo credo che abbiamo dormito un pò troppo e non debbano continuare a farlo. Nel momento che hanno una piccola opportunità devono coglierla al volo. Ho delle statistiche e testimonianze che non lo hanno fatto.
Vale un pò la regola che quando il lavoro non c’è va inventato.
Si va creato. Vi sono problemi bancari, ambientali, sociali ma è semplice trincerarsi dietro questi problemi. Quando hai una minima opportunità di fare qualcosa e poi non la fai, il problema è un’altro.
Quindi il messaggio è diamoci da fare.
Assolutamente.
…ero un bambino e mia nonna Mena di Stilo beveva solo caffè Guglielmo. Gliel’ho comprato per tanti anni, quest’ultimo preso con Daniele lo dedico a lei.
Fotografia: Lucia Franco
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