Vini Baccellieri – A tavola secondo passione
Ci sono storie che affondando le proprie radici talmente in profondità che è difficoltoso raccapezzarcisi. La solidità, il fascino, la qualità. Perchè solo le cose veramente buone resistono alle intemperie della vita e del tempo che passa. Invecchiando e rinnovandosi trovano quella linfa che io sono solito chiamare progresso sostenibile.
Fu così che mi ritrovai sulle tracce del greco, il più antico vitigno d’Italia.
Siamo a Bianco, comune di 4245 abitanti del basso versante ionico calabrese. Deve il suo nome ai calanchi, colline calcaree che circondano il centro abitato e che dal mare apparivano ai marinai come una macchia bianca sulla costa. Tra questi calanchi, distese illuminate di vitigni che si avvallano e si intercorrono armoniosamente; vetrina trasparente di un profondo amore coltivato a immagine e somiglianza di Mariolina Baccellieri.
Già, a immagine e somiglianza, perchè il compasso del profitto economico ad ogni costo, in ogni dove qui sembra essersi spezzato, lasciando il posto alla passione, guida della bellezza e della bontà più autentica.
Avreste dovuto vederla aggirarsi tra i propri vitigni e sentirli descrivere con dovizia di particolari. Ecco quelli sono due alberi di nespole che avrebbero voluto estirpassi. E lo stesso per i melograni, i peri, i meli, i fichi, le prugne o le albicocche. Non lo farò mai! E così il mio vino Greco ha anche sentori di albicocca! Questi vitigni ad alberello sono secolari, guardi che diametro. Mi suggerivano di estirpare anche questi per far largo ad una coltivazione più “moderna”, più semplice da coltivare. Giammai.
Quasi 100 ettari che si estendono fra le colline e le pianure intorno al paese di Bianco; qui a seguire le fasi del sole si alternano bergamotti, ulivi e soprattutto vitigni. E che vini! Greco, Mantonico, Piroci, Siccagno. Scoprili cliccando Avanti >