Dal 1913 ad oggi ne sono cambiate di cose. Con la sua gestione quali strategie di differenziazione sono state attuate?
Più che strategie diciamo ho tenuto un punto fermo; abbiamo tenuto quello che è stato tramandato, che è vero e non è solo uno slogan pubblicitario: “la qualità innanzitutto”. Questo ha tenuto forte mio nonno ed io che da ragazzino e già frequentavo l’azienda ho visto mio padre mai tergiversare su questo punto. Questa è la cosa che ci ha premiato e ci ha concesso di superare le crisi, periodi brutti come quello del dopoguerra. L’azienda ha subito delle modifiche, si è adeguata alla tecnologia, ai sistemi moderni ma mai rinunciando all’ aspetto artigianale. Perché il nostro invasettamento è tutto manuale per esempio. Ci sono le donne che mettono manualmente il bastoncino dentro il vasetto; non c’è una macchina che mette i pezzetti di tonno all’interno. Siamo passati da uno stabilimento della vecchia marina di Pizzo ad uno fuori Pizzo a nord e poi siamo qui a Maierato dall’88. Quindi con evoluzioni di locali, di spazi maggiori, con evoluzione di tecnologia ovviamente.
L’impegno nello sport, nella gelateria entrambi eccellenti…
Guardi io nello sport mi ci sono trovato per caso 24 anni fa perché nel ’92 alcuni amici, miei coetanei, avevano questa squadretta in serie C2 e mi chiesero una mano per la sponsorizzazione. Piano piano mi hanno coinvolto sempre più nella società chiedendomi suggerimenti a cui seguivano i primi successi. La squadra è andata in C1, poi B2, B1 e poi nel 2004 abbiamo avuto la promozione nella massima serie: il 13 maggio del 2004. Questo è successo perché mi hanno lasciato la società in mano non avendo loro fondi da investire ed ho trasferito quella che era l’organizzazione aziendale nella società sportiva. Abbiamo raggiunto degli obiettivi molto soddisfacenti. Anche nello sport se la società è organizzata con certi criteri ne beneficia tutta l’operazione. Pensi che noi abbiamo dovuto rompere un muro che era quello della non volontà di venire in Calabria da parte dei giocatori.
In Calabria un giorno ci svegliamo e ci ritroviamo eccellenti in qualcosa. Qual è il segreto Presidente? Quale messaggio possiamo diffondere per far bene?
Non c’è un segreto. Le cose bisogna farle in maniera ordinata, bene, con criterio. Soprattutto con amore e passione. Bisogna sostenere quelli che sono i modelli aziendali non sul campo ma in tutta l’organizzazione. La squadra non ha solo 12 giocatori che giocano e due allenatori, c’è tutto il contorno dietro: appartamenti per i giocatori, agli stranieri bisogna dare la macchina e poi tutto il resto…il palazzetto, i rapporti con il comune; quindi una cosa è gestire così “a quando mi ricordo” come si usa fare da Roma in giù ed un’altra cosa è gestire fissando scadenze, programmando tutto.
La cosa più difficile che ho avuto quando siamo arrivati in B1, A2 è stata quella di riuscire a portare i giocatori in Calabria perché loro pensavano di venire giù con grandi disagi. Il primo anno, ovviamente, ho dovuto allettarli economicamente altrimenti non avrei fatto la squadra. Negli anni successivi i giocatori hanno fatto tamtam parlando bene della società e del Presidente Adesso Vibo è una delle piazze più appetibili perché i giocatori qui stanno bene, c’è un rapporto cordiale con la gente, un rapporto umano con me e con la società tutta.
Noi abbiamo 300 e più bambini che fanno pallavolo con dei professionisti, non con delle “maestre dell’asilo”. Non facciamo pallavolo dove i genitori portano i bambini per tenerli un’ora; quello lo fanno all’asilo, qui da noi vengono per raggiungere risultati a cui nemmeno i genitori credono. C’è un tipo di inquadramento che serve anche nella vita.
Esempio loro si sentono di appartenere ad un corpo. Questi ragazzi indossano la tuta Callipo come i grandi e sanno che non possono fare più gli scostumati per strada. Io intervengo con loro dicendo attenzione ragazzi che voi da questo momento state vestendo la divisa e quello che fate voi di negativo non si ripercuote su di voi ma sulla società tutta.
Prima di entrare i ragazzi fanno tutte le visite mediche obbligatorie. Tutto questo ha un costo, è una bella attività che piano piano è diventata una grande passione.
Per concludere le cose vanno programmate. Non si arriva all’ultimo minuto. I miei colleghi mi hanno fatto la stessa domanda. Il segreto è quello della programmazione. Io sono esasperato per questo. Bene il segreto è questo altrimenti una persona non può fare tante cose e bene; perché poi all’ultimo minuto ti si presentano cento cose e non le puoi assolutamente fare. Continua a leggere cliccando Avanti…