Ci fu un tempo in cui le macerie riunirono le persone dando vita al grande boom economico. Oggi non è poi così diverso: Siamo vittime di una crisi sanitaria ed economica senza precedenti e l’unica cosa che potrà salvarci è la bellezza. La bellezza di un’Italia unita, dell’ambiente, la bellezza delle cose fatte a misura d’uomo. Quella bellezza che è dentro di noi sin dalla nascita.
Abbiamo dimenticato la bellezza, talvolta l’abbiamo addirittura bistrattata. Ogni volta che abbiamo buttato una sigaretta a terra, ogni volta che abbiamo prenotato un viaggio in una località esotica, ogni volta che abbiamo preferito comprare da Ikea o da Zara in nome di un consumismo sfrenato. Salvo poi accorgerci che la nostra economia non cresceva e così i nostri stipendi.
Sì perchè non abbiamo mai pensato che quella sigaretta la stavamo gettando sul pavimento di casa nostra. Mai abbiamo pensato di scoprire ogni meandro della nostra Italia prima di dedicarci alla scoperta del mondo. E così qui in Italia siamo diventati vecchi, noi italiani e tutto quello intorno a noi.
Fino al giorno in cui un mostro ci ha costretto a chiuderci in casa e a mettere tutto in discussione. Questo mostro ci ha denudati da tutta la nostra superficialità ed apparenza. Infatti, se ci fate caso, non abbiamo mai sentito il bisogno di pubblicare qualcosa di materiale pur di impressionare qualcuno durante quest’ultimo periodo. Piuttosto, abbiamo riscoperto la competizione in cucina, quella bella. Abbiamo scoperto di avere una casa, una famiglia, dei figli. Ci siamo riscoperti umani.
Peccato che per ridare un pò di umanità siano dovuti morire in migliaia. E cosa sarebbe il sacrificio di queste persone se ritornassimo ad essere le stesse persone di prima?
Non penso sia io a dovervi spiegare che ogni volta che compriamo un divano da Ikea o una gonna da Zara, un operaio in più perde il lavoro e la dignità. E con lui tutta la sua famiglia. Sì è vero i nostri divani, quelli fatti a Matera, ad Altamura, a Santeramo in Colle e a Milano costano un pò di più. Costano di più perchè non solo hanno una storia, non solo danno da lavorare ad essere umani e non a degli schiavi, ma costano di più perchè quei divani accompagneranno per sempre i ricordi della nostra vita.
Non mi dite che avete mai visto vostra nonna cambiare abito, divano o frigorifero. La Fiat 1300 del nonno è ancora lì in garage vero?
Abbiamo perso l’orgoglio di indossare qualcosa per noi stessi e non per gli altri. La gioia che un vestito rosso o a fiori poteva regalare ad una domenica. Abbiamo perso l’orgoglio di aver corteggiato a lungo una donna per poi dire “ce l’ho fatta”. Abbiamo perso l’orgoglio di cambiare le marce alla nostra auto, abbiamo perso l’orgoglio di non riuscire a disfarci di qualcosa perchè quel qualcosa vive dentro di noi.
Non è colpa nostra. La colpa è di tutti e di nessuno in questi casi. Fortunatamente e ribadisco fortunatamente, abbiamo la necessità di ripartire. Per ripartire potremo metterci in coda da Zara come hanno fatto molti francesi oppure potremo risparmiare quei soldi per comprare qualcosa di cui andare profondamente orgogliosi.
Ricordate che l’obiettivo non è pagare di meno ma essere contenti di poter pagare di più. Comprare italiano vuol dire chiedere alle nostre aziende di ritornare in Italia, vuol dire chiedere alle nostre aziende di produrre e quindi assumere di più, vuol dire togliere l’odio dai social e dalle strade per poter condividere veri sorrisi. Come quello di Silvia Romano quando ha riabbracciato la sua mamma. Il suo sorriso è anche il nostro.
Questa è l’Italia che vorrei.
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